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Palazzo Comunale

Palazzo Comunale

Cenni storici, Sala Consiliare, Sala dei Roboni, Museo civico archeologico, Sostruzioni del Foro e approfondimenti.

Descrizione

Cenni storici

Il palazzo Municipale di Veroli si trova su Piazza Mazzoli che occupa l’area dell’antico Foro romano.

E’ un vero scrigno di arte e storia racchiudendo al suo interno la Sala Consiliare, I locali adibiti a Museo di Civiltà ernica e romana ed il criptoportico di epoca romana.

L’istituzione comunale vide la luce a Veroli fin dal XII secolo e tra i podestà della città ricordiamo Benedetto Caetani che ricoprì tale incarico anche dopo essere stato eletto papa col nome di Bonifacio VIII.

L’antico edificio medievale distrutto nel XVI secolo da un incendio fu ricostruito ed ampliato nel corso dei secoli  fino  ad assumere l’odierno aspetto e composizione.

Sala Consiliare

Si è scritto giustamente che la

Sala Consiliare del Comune di Veroli è un vero e proprio monumento: in essa arte e storia, religione e letteratura si fondono, si condensa il tessuto civile della città, si conserva memoria dei cittadini più insigni che la onorano, esprime visivamente i valori e le virtù civiche che la animarono. Chi entra la prima volta non può non avvertire un’atmosfera calda e densa, una forte suggestione, il fascino della municipalità”.

Fu finemente ristrutturata negli anni ’20 del Novecento da un gruppo di valenti artigiani verolani coordinati dal conte Stanislao de Witten, artista romano trasferitosi a Veroli. Essa è nobilitata dagli stalli in legno di noce del XVIII secolo provenienti dalla chiesa di S. Martino ed opera dei frati minori osservanti

Le pareti sono decorate da una serie di medaglioni dipinti   che ricordano personaggi ed episodi importanti per la storia della città. Entrati nella sala si offrono infatti alla nostra vista i volti di Gracilia (donna verolana citata da Tacito nel Libro II delle  sue “Historiae”),  della patrona Santa Salome, una delle pie donne del Vangelo,

degli umanisti Giovanni Antonio Sulpicio e Aonio Paleario oltre agli stemmi delle città confederate di Atina, Alfedena e Palestrina legate a Veroli da antichi rapporti di amicizia e da reciproci episodi di solidarietà.

Giovanni Antonio Sulpicio fu figura di indiscutibile rilievo culturale; nacque a Veroli intorno al 1440 e qui fece i suoi primi studi nella scuola vescovile. Lasciò la città natia per recarsi a Roma dove entrò nell’Accademia Romana; in seguito insegnò a Perugia e fu alla corte dei Montefeltro a Urbino. Tornò a Roma e nel 1480 tenne cattedra alla Sapienza per ben 24 anni; nell’urbe morì nel 1508. Scrisse una grammatica latina Opus Grammaticum Sulpitianum, numerosi commenti agli antichi codici manoscritti della latinità, come il De acquaeductu Urbis di Frontino, nel 1484; le opere di Vegezio, di Eliano, di Modestino,1487; le Institutiones di Quintiliano,1494 ecc.Il capolavoro del Sulpicio nel campo della filologia fu l’edizione del De Architectura di Vitruvio, pubblicata nel 1484. L’opera meritò un’attenzione particolare da parte degli architetti e degli urbanisti del rinascimento; la conobbero certamente, tra gli altri, Leonardo, Antonio  e Francesco da Sangallo, il Bramante e Michelangelo.

Tra i suoi componimenti in metrica, di argomento religioso, il Iudicuim Dei supremum dei vivis et mortuis, pubblicato a Roma nel 1506, è senza dubbio il più impegnativo ed apprezzato. Il breve poema passò certamente tra le mani di uno dei suoi alunni più illustri Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo III e da questi a Michelangelo, che ad esso si ispirò per la realizzazione del Giudizio Universale nella Cappella Sistina.

Un medaglione bronzeo dello scultore Ferrari ricorda Aonio Paleario lo sventurato umanista che, il 13 luglio del 1570 venne strangolato e poi bruciato a Roma, dopo essere stato condannato per eresia dal tribunale dell’Inquisizione.

Un bassorilievo di Clemente XIII, attribuito allo scultore romano Tommaso Righi, venne fatto collocare nel 1767 dal verolano Nicola Nocchiaroli. Altre significative epigrafi sono presenti nello storico civico palazzo.

 

Bibliografia

D’Onorio Giuseppe – Trulli Giuseppe, Veroli, un percorso di storia e di arte, Veroli 20006

  1. Scaccia Scarafoni, il Comune di Veroli nel tardo medioevo, tesi di laurea in Storia del Diritto Italiano, Università degli Studi di Roma, “La Sapienza”
  2. Spani, Veroli la fedele a Roma, Veroli 1968
  3. Bussagli, Michelangelo. Il volto nascosto nel “Giudizio”, Medusa,Milano 2004
  4. Stirpe, Verulana Civitas, Biblioteca di Latium 15, Istituto di Storia e Arte del Lazio Meridionale centro di Anagni 1997

Sostruzioni del Foro romano

Il Foro, ovvero la piazza principale di Veroli in epoca romana, doveva trovarsi nell’area oggi corrispondente a Piazza Mazzoli poiché è proprio in prossimità di questa che sono presenti importanti strutture architettoniche che gli archeologi ritengono essere state realizzate per creare un’area monumentale e di rappresentanza.

La prima di queste strutture è un muraglione in opera poligonale visibile in una delle sale del palazzo comunale adibite a museo di civiltà ernica e romana; vi si accede da vicolo Casalunga e scavi recenti lo datano al IV secolo a.C.

L’altra è una struttura ipogea, il criptoportico che si sviluppa tra il palazzo comunale  e piazza Duomo; esso è costituito da una serie di quattro di ambienti  a pianta rettangolare collegati da aperture basse,arcuate e strette poste al centro del lato corto e realizzate con conci radiali e piedritti in opera quadrata mentre l’opus incertum riveste la parete tra le arcate e le volte a botte di copertura.

Le pareti sono in opera cementizia; i quattro vani sono larghi m 3,80 per una lunghezza di m 22; datati al II secolo a.C. sono stati completamente ripuliti da sedimenti e materiale vario che nel corso dei secoli vi si erano  accumulati all’’interno. Oggi quindi il sito si può tranquillamente visitare accedendovi dal museo civico al di sotto del palazzo comunale.

Entrambe le strutture sono considerate dagli archeologi facenti parte delle sostruzioni del Foro dell’antica Verulae, divenuta libero municipio nel 305 a.C.

Bibliografia

  1. Scaccia Scarafoni,Una inedita costruzione coperta con volte a crociera costituita da grandi ogive a sezione rettangolare esistente in Veroli (Frosinone), Roma 1961
  2. Lugli, Un’antica costruzione sotto la piazza del Duomo di Veroli, estratto da Studi Romani, gennaio-febbraio 1962
  3. Quilici – S. Quilici, Ricerche di topografia per la forma urbana di Veroli, in Città e monumenti nell’Italia antica,Roma1998

Indirizzo

Piazza G. Mazzoli, 2, 03029 Veroli FR

Modalità di accesso

  • Ingresso accessibile in sedia a rotelle
  • Parcheggio accessibile in sedia a rotelle 
Ultima modifica: martedì, 12 novembre 2024

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