Descrizione
Il nome della località è legato al grande personaggio Caio Mario, infatti deriverebbe dal latino casa Marii con cui si è voluto ricordare che il console romano nacque proprio qui. L’abbazia è uno dei gioielli dell’architettura cistercense nel Lazio; l’attuale complesso fu in gran parte costruito dopo l’insediamento dei monaci appartenenti all’Ordine Cistercense( fondato in Borgogna nel 1098 da San Roberto di Molesme) avvenuto nel 1140, ad opera di papa Eugenio III.
A quel tempo era già esistente in Casamari una comunità benedettina come ci racconta la cronaca del Cartario di Casamari, un documento conservato nell’abbazia; qui si dice che nel 1035 alcuni pii ecclesiastici e laici provenienti dal Monastero benedettino di Sant’Erasmo in Veroli( fondato da San Benedetto nel 529 d.C.)giunsero nella località di Cereatae Marianae e sui resti della città romana fondarono una nuova comunità che prese l’abito religioso benedettino direttamente dalle mani di San Domenico da Foligno, abate dell’abbazia di San Domenico a Sora.
I monaci benedettini edificarono il primo monastero ma quando giunsero i Cistercensi, questi iniziarono a ricostruire il complesso secondo gli stilemi dell’architettura del proprio ordine che erano strettamente legati alla spiritualità cistercense ed al pensiero di San Bernardo di Chiaravalle. La chiesa abbaziale fu costruita tra il 1204 ed il 1217; la prima pietra fu posta da papa Onorio III; essa è dedicata alla Vergine Assunta ed ai Santi Paolo e Giovanni, fratelli martiri. La facciata con splendido rosone in alabastro si eleva su una scalinata; il portico è costituito da tre arcate di cui la centrale inquadra il meraviglioso portale realizzato dal Canonica e su cui si ammira una lunetta in pietra finemente lavorata. L’interno presenta tre navate, la copertura con volte a crociera su pilastri cruciformi; sopra l’altare un elegante baldacchino settecentesco dono del papa Clemente XI.
Sono visitabili pure il chiostro a pianta quadrata , la sala capitolare dove la comunità si riunisce per prendere importanti decisioni ed il refettorio in cui si ammirano ancora la funzionalità e la bellezza dell’architettura cistercense. All’abbazia è annessa la Biblioteca Statale che conserva ciò che è rimasto dell’antica biblioteca che i monaci avevano allestito nel corso dei secoli fra cui incunaboli, cinque centine e seicentine.
Nei locali del vecchio refettorio è stato collocato e recentemente risistemato il Museo archeologico che raccoglie reperti che vanno dall’età preistorica all’età medievale provenienti dall’area occupata dall’abbazia e dalle zone limitrofe. Pure una bella collezione di tele ha trovato posto nel museo; fra di esse opere di Carracci e della Scuola di Raffaello.
I monaci continuano a produrre ancora oggi medicamenti e liquori a base di erbe secondo le antiche ricette.